Uncategorized

Perché andare in biblioteca?

Stefano Parise, Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, Editrice Bibliografica, 2011

Quest’articolo prende spunto dalla recente pubblicazione dal titolo Dieci buoni motivi per andare in biblioteca pubblicato da Editrice Bibliografica per la collana Conoscere la biblioteca.

L’autore del racconto a più voci, come definito nel Preludio, è Stefano Parise, bibliotecario dal 1988, direttore generale della Fondazione per Leggere – Biblioteche Sud Ovest Milano e attuale presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche.

In dieci piccole storie Parise prova a spiegare cosa fa, o dovrebbe fare, una buona biblioteca di base e come la sua frequentazione possa aiutare a vivere meglio.

Attraverso le esperienze e le testimonianze di persone diverse (per età, sesso, religione, lingua, estrazione sociale) che quotidianamente si recano in biblioteca Parise illustra tutta una serie di servizi che soddisfano qualunque esigenza.

C’è una giovane mamma, non lettrice, che ha scoperto piano piano la meraviglia dei libri attraverso gli occhi curiosi e attenti della figlia di pochi mesi; ci sono Mario, Giuseppe, Marta e altri che danno vita al gruppo gli Amici della Biblioteca, per mettersi volontariamente al servizio della comunità, anche attraverso la creazione di un gruppo di lettura che rende ancor più la biblioteca un luogo d’incontro e di partecipazione; ci sono le truppe di assalto che colonizzano la sezione periodici, cioè i lettori accaniti di quotidiani , spesso non più giovanissimi, che puntualmente animano l’area con esternazioni, considerazioni e opinioni degne del più bazzicato bar del paese, innescando dispute e confronti su temi di sport, politica, economia e favorendo così la partecipazione attiva al dibattito e allo scambio di idee; c’è il cinquantenne licenziato che si rimette in gioco e amplia le sue conoscenze, impara a cercare e utilizzare le informazioni, ad assimilare la conoscenza che è indispensabile per affrontare qualunque situazione, anche la più complicata.

Anche dai titoli dei singoli capitoli si capisce la portata e le implicazioni dei singoli servizi offerti: 5. In biblioteca nessuno è straniero; 7. La biblioteca è digital; 8. La biblioteca risponde; 10. Biblioteca è memoria, che non sono da intendere come favori che ci vengono fatti ma come un diritto che abbiamo e che dobbiamo pretendere.

Così recita l’incipit del Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche:

La libertà, il benessere e lo sviluppo della società e degli individui sono valori umani fondamentali. Essi potranno essere raggiunti solo attraverso la capacità di cittadini ben informati di esercitare i loro diritti democratici e di giocare un ruolo attivo nella società. La partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un’istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza al pensiero, alla cultura e all’informazione.
La biblioteca pubblica, via di accesso locale alla conoscenza, costituisce una condizione essenziale per l’apprendimento permanente, l’indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali.

Oggi, più che mai, le biblioteche si trovano a dover fronteggiare nuove sfide e su più fronti. Sono chiamate a rinnovarsi, a confrontarsi con le nuove tecnologie, ad attivare nuovi modelli di comunicazione e di trasmissione della conoscenza, ad aprirsi varchi sempre più grandi nelle sacche della comunità di riferimento: promotrice della lettura per i piccoli e i giovani utenti, motore di aggregazione sociale tra le minoranze etniche e linguistiche che fanno parte integrante del tessuto cittadino, luogo d’accoglienza per i non più giovani che però non hanno smesso di coltivare interessi, spazio aperto allo scambio e al confronto, palestra per allenare competenze, piazza per assimilare nozioni e conoscenze che aiutino a orientarsi in un mondo perennemente in evoluzione.

Forse la biblioteca della vostra città non sarà perfetta, non avrà tutti i libri che vi piacerebbe leggere, non sarà aperta negli orari che farebbero al caso vostro, non avrà ancora attivato servizi multimediali di prim’ordine, ma, al pari della migliore delle strutture pubbliche, vi darà, gratuitamente (e oggi non è poco) grandi possibilità: l’accesso libero e senza restrizioni a quanto di meglio abbia prodotto nel corso dei secoli l’ingegno dell’uomo, la risposta a (quasi) tutti i nostri questiti, l’incontro con persone simili, ma anche, e per fortuna, diverse con cui confrontarsi e ampliare orizzonti oppure, più semplicemente, la lettura di un giornale su una comoda poltroncina o la possibilità di sorseggiare un buon caffè navigando tra i marosi del web o, ancora, di scambiare due chiacchiere con quella bibliotecaria così simpatica e carina.

Quali che siano ci piacerebbe molto conoscere le vostre personalissime motivazioni sul perché andate (o non andate) in biblioteca e perché ne consigliereste la frequentazione anche a chi non la conosce.

 

Lascia un commento